MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

 

Sardegna tour 2005

Milano, 15 luglio 2005

E' una caldissima giornata di luglio, e finalmente il magico momento è arrivato: si parte per le vacanze. Sono le 18.00 e ci vuole più di un'ora e mezza per uscire dalla città e raggiungere l'autostrada. Abbiamo il traghetto alle 22.00 che parte da Genova e sentendo il bollettino sul traffico sembra che si stia muovendo mezza Italia.

Infatti spesso siamo fermi in coda. Allarmati dal traffico e dagli annunci di code sempre più lunghe usciamo ad Isola del Cantone, chiededoci se sia la soluzione migliore. Il casellante conferma la nostra scelta e ci avviamo sulla statale che segue l'autostrada. Dopo pochi chilometri vediamo che sui viadotti le auto sono ferme mentre noi riusciamo a proseguire.

Siamo indecisi se rientrare visto che dovremmo ad un certo punto aver superato la coda, ma ci continuimo a proseguire sulla statale. Arriviamo a Genova e cediamo alla tentazione di rientrare in autostrada per evitare i semafori della città. Manca poco alla partenza della nave e la paura di non farcela aumenta.

Non appena passato il caello, però, siamo di nuovo fermi in coda. Nei momenti in cui ci muoviamo cerco di "rubare" posizioni zigzagando tra le auto.

Alle 21.30 siamo al porto di Genova, con solo un'ora di ritardo rispetto all'orario di imbarco ma con mezz'ora di anticipo sulla partenza.

Con uno scanner controllano il nostro biglietto elettronico e ci fanno salire sulla nave in retromarcia facendoci parcheggiare su una rampa mobile.

Prepariamo la borsa che ci servirà per la notte e saliamo, alla ricerca di un posto dove dormire. Sebbene siamo riusciti a prenotare i posti per noi e per l'auto solo 2 giorni prima, le cabine purtroppo erano finite già da diverse settimane.

Tutti i ponti della nave sono già stracolmi di gente con materassini e sacchi a pelo e i posti liberi sono solo davanti alle Toilettes o davanti alle porte.

Prendiamo la palla al balzo e ci sistemiamo dietro ad un bancone della reception abbandonato. Chiediamo conferma e ci rendiamo conto che si tratta di uno dei posti migliori.

Abbandonate le borse andiamo in cerca di cibo. Passiamo dai vari bar, dal ristorante e dalla pizzeria, ma alla fine optiamo per il self service. Mangiamo velocemente, facciamo quatro passi sui ponti scoperti e andiamo a stenderci esausti.

Olbia, 16 luglio 2005

Una voce accompagnata da musica ad alto volume proveniente dagli altoparlanti ci sveglia di soprassalto facendoci presente che sono iniziate le manovre di avvicinamento al porto e di prepararci allo sbarco. Sono le 6.30 e cerchiamo di alzarci. Facciamo colazione al bar sul ponte superiore e prepariamo i nostri bagagli, assillati dai passeggeri che, vedendoci dietro il bancone, vogliono a tutti i costi lasciarci le chiavi delle loro camere. Non potevano lasciarcele ieri sera?

Un ultima voce dall'altoparlante ci richiama e scendiamo in ascensore per recuperare l'auto.

Pochi minuti e sbarchiamo. Ci troviamo ad Olbia e non abbiamo ancora deciso dove andare. Ci dirigiamo verso Sud cercando invano di far funzionare il navigatore caricato con il TomTom e le mappe della Sardegna.

Visto che il navigatore non ne vuole sapere ci fermiamo a comprare una cartina della Sardegna del nord e una rivista con indicazioni turistiche che ci sarà utilissima.

Ci rimettiamo in marcia ed arriviamo a Capo Coda Cavallo. Parcheggiamo in un piazzale che sembra essere anche una discarica e ci prepariamo al mare. Sono le 9 e mezza e il sole si fa già sentire.

Canoa in spalla e cerchiamo di raggiungere il mare, girovagando per i viottoli tra i residences. Passiamo da una piazzetta molto graziosa e poi troviamo un sentiero che ci porta direttamente ad una piccola spiaggia / porticciolo deserto.

In pochi minuti monto la canoa e siamo già in mare. Passiamo dalla spiaggia più tutistica del capo, facendo lo slalom tra i bagnanti e ci portiamo oltre raggiungendo il capo e le sue acque limpide e cristalline. Un tuffo con la maschera ed inizio a gustare la fauna ittica che popola questi mari. Una piccola murena mi guarda incuriosita.

Dopo il bagnetto riprendiamo a pagaiare e raggiungiamo una spiaggia privata con sdraio ed ombrelloni che a prima vista appare incustodita.

Sbarchiamo, facciamo un bagno, e ci avventuriamo a piedi verso l'interno.

Raggiungiamo il centro del villaggio e, vedendo un bar, ci viene in mente che abbiamo fame. Ordiniamo 2 panini e 2 birre e ci accomodiamo all'ombra sotto un pergolato.

Apprezziamo il gusto amarognolo delle 2 Icnusa da 66 che ci scoliamo velocemente.

Sazi e rinfrescati ritorniamo verso la canoa e, arrrivati in spiaggia, non resistiamo dalla tentazione di fare una pennichella sulle sdraio sotto l'ombrellone.

Vengo avvicinato da un ospite del villeggio che mi chiede informazioni sulla canoa gonfiabile. Sembra entusiasta del nostro mezzo di locomozione e ci fa presente che per lui è l'ultimo giorno di ferie.

Dopo la pennichella proseguiamo nel nostro viaggio raggiungendo un'altra spiaggia, ridossata da uno stagno.

Siamo stanchi e cotti dal sole e non abbiamo voglia di remare controvento per rientrare. Decidiamo di parcheggiare la canoa e di andare a recuperare l'auto a piedi.

Facciamo diversi chilometri, anche in salita, per raggiungere l'auto. Ci fermiamo prima però nel bar della piazzetta per una breve sosta e per sorseggiare un pò di acqua fresca.

Recuperata la canoa andiamo alla ricerca dell'agriturismo, prenotato già da Milano che ha un nome quasi impronunciable. Chiediamo ad un paio di Viglili che non sanno darci indicazioni sull'agritirismo "Lu Lisandraju". Approfittiamo della sosta anche per fare piccoli acquisti in un market.

Seguendo alcune indicazioni ci avventuriamo su una strada sterrata che, dopo diversi chilometri di buche, ci porta ad un casolare. Scendamo dall'auto e ci sono due persone anziane che ci attendono.

Chiedo se posso parcheggiare li e loro, gentilissimi, acconsentono. Mi chiedono però dove devo andare. A questo punto capisco che forse abbiamo sbagliato qualcosa. Ci fanno presente che questo non è l'agriturismo e avremmo dovuto prendere un altro bivio. Ci dicono che l'agriturismo è bellissimo, i padroni molto gentili però che forse non fanno da mangiare.

Ringraziamo, salutiamo e facciamo inversione cercando il bivio, che troviamo nascosto dietro ad un albero. La strada è davvero impervia ma finalmente raggiungiamo un altro casolare che ha tutta l'aria di essere l'agriturismo.

La padrona ci accoglie con gentilezza e ci mostra la camera: nuovissima e appena ristrutturata, con due letti singoli. Ci conferma purtroppo che per cenare dovremo ritornare verso il paese. Mi ripropongo la prossima volta che prenoto un agriturismo di verificare preventivamente se si può cenare. Ci facciamo quindi una doccia e ripercorriamo la strada accidentata fino all'abitato che si chiama "Murta Maria".

Ceniamo in una anonimo ristorante / pizzeria affacciato sulla statale e, mentre rientriamo, incappiamo nella festa di paese con tanto di balli di gruppo, torrone sardo, pecorino e birra a gogò.

I partecipanti ai balli di gruppo sembrano davvero preparati: si saranno allenati tutto l'inverno per questa festa?

Beviamo altre 2 birre e poi ritorniamo verso l'agriturismo. Prima di andare a leto ammiriamo il panorama dall'alto della Costa Smeralda illuminata .

Murta Maria, 17 luglio 2005

Ci svegliamo giusto in tempo per fare colazione con la padrona di casa e le figlie (il marito è andato a mungere le capre alle 6.00) e ripartiamo verso il mare.

Ci dirigiamo a nord, visto che abbiamo prenotato un agriturismo nella zona di Arzachena. Arriviamo a Portisco, dove riusciamo a trovare parcheggio a pochi metri dalla spiaggia, anche se ormai è mezzogiorno. Passeggiando sulla spiaggia ci dirigiamo verso il porto turistico dove vorremmo acquistare un paio di cappelli per ripararci dal sole che è davvero fortissimo, da mal di testa.

Quando avevamo quasi perso le speranze riusciamo finalmente a trovare due ottimi cappelli di paglia dal giornalaio di Portisco al modico prezzo di 13 euro entrambi.

Finalmente protetti dai nostri cappelli ritorniamo verso l'auto e prepariamo la canoa, dopo aver fatto un bagno rinfrescante. Ci lasciamo alle spalle il caos della spiaggia affollate e ci dirigiamo a Nord. Dopo Portisco è una sfilata interminabile di spiagge e calette di sabbia chiarissima, spesso deserte. Arriviamo nella grossa spiaggia di Liscia Ruja e decidiamo di fermarci per mangiare qualcosa. Il terrificante bar ci propone squallidi panini che annaffiamo con abbondanti dosi di birra.

Ripartiamo costeggiando tutta la lunghissima spiaggia. Cerchiamo di rientrare più velocemente perchè siamo cotti dal sole, quindi tagliamo tutte le calette viste all'andata. Un'ultima sosta prima di Portisco con bagnetto e ci prepariamo per raggiungere l'agriturismo. Avevo fatto presente che saremmo arrivati verso le 20.00, e chiamo quasi puntuale per chiedere spiegazioni sulla strada da fare. Ci spiegano che loro sono in ritardo e che dobbiamo ritornare verso Olbia e poi seguire le indicazioni per Sassari.

Dopo mezz'ora circa raggiungiamo finalmente l'agriturismo che si trova su una collina dopo alcuni chilometri di strada sterrata. La struttura sembra deserta, infatti chiamaiamo i proprietari che hanno trovato coda e ci chiedono di aspettarli ancora mezz'ora.

Anche qui purtroppo non si cena, quindi dovremo andare a cercare un ristorante. facciamo una doccia veloce e ci portiamo in auto verso il centro abitato più vicino che si chiama "monti".

E' un caratteristico paesino fatto di vie strette e di negozi sulla via principale. Addocchiamo quella che potrebbe sembrare una tipica trattoria frequentata dai residenti. La cucina purtroppo sta per chiudere però ci preparano un secondo con contorno. La carne è molto buona, peccato non aver assaggiato anche i primi...

Dopocena non sembra esserci molto da fare qui: decidiamo di tornare a dormire.

Monti, 18 Luglio 2005

Ci alziamo leggermente in ritardo per la colazione ma la padrona ci ha aspettati.

Gustiamo un'ottima torta di ricotta: faremmo subito un bis se non ci fosse stata portata via con troppa sollecitudine.

Assaggiamo anche le ottime marmellate fatte in casa. La proprietaria ha fretta e deve uscire, quindi paghiamo e, dopo un giro sull'altalena, ripartiamo.

Fa caldissimo e non sappiamo dove andare. A questo punto non abbiamo prenotato più nulla e siamo senza meta. Mi piacerebbe andare verso Porto Pollo per noleggiare un laser, ma alla fine ci troviamo in auto diretti verso Alghero. Fa caldissimo e il termometro esterno dell'auto segnala 40 gradi. L'aria condizionata allevia le nostre sofferenze. Ci fermiamo a vedere un grande lago dove galleggiano alcuni pescatori.

Risaliamo in auto e vediamo che il termometro esterno ha raggiunto la considerevole temperatura di 46 gradi. Facciamo un giro nelle strette stradine che portando ad un piccolo paese e poi ci rimettiamo sulla statale che porta a Sassari.

A Sassari vorremmo fare un po di spesa e, da perfetti cittadini metropolitani, veniamo attirati dai cartelli che indicano un grosso centro commerciale.

Siamo senza benzina ma non riusciamo a trovare un distributore. Parcheggiamo davanti al grosso ipermercato ed entramo a fare acquisti. Ci troviamo ad un certo punto seduti su una panchina a mangiare panini con proscutto e un pecorino improbabile, sorseggiando l'immancabile birra Icnusa.

Nella libreria di fronte alla panchina vado a chiedere se hanno una guida del touring sulla Sardegna ma la risposta è negativa.

Riprendiamo la marcia sotto un caldo afoso e un cielo velato di nubi, diretti verso Alghero. Appena arriviamo ci dirigiamo verso la spiaggia delle bombarde, anche se il tempo volge decisamente al peggio. La spiaggia è grande e il vento sostenuto, decido quindi di tirare fuori l'aquilone.

Sono le prime volte che riesco a manovrarlo ma c'è troppa gente e ho paura di far male a qualcuno. Facciamo quattro passi verso il paese, e in tre ore circa percorriamo la lunghissima spiaggia facendoci qualche chilometro a piedi.

Rientriamo verso l'auto che è già quasi sera mentre scende qualche goccia di pioggia. Ci muoviamo quindi verso il centro del paese dove con facilità riusciamo anche a parcheggiare. Quattro passi nel centro storico e finalmente troviamo la famigerata quida del touring.

A questo punto siamo alla ricerca di un albergo dove dormire ma sembra che nel centro storico non ce ne siano proprio.

Ritorniamo verso la macchina per telefonare ad un agriturismo. Ne vediamo un pò nella zona ma non riusciamo a capire dove si trovino. Chiediamo ad un gentilissimo negoziante che ci elenca tutti i migliori agiturismo che però non rispondono al telefono.

Finalmente ci segnala una amico che avrebbe un bed and breakfast: lo chiamiamo e ci conferma la disponibilità.

Lo raggiungiamo in un quarto d'ora circa di macchina: suono il campanello ancora dubbioso che sia la casa giusta, visto che non c'è fuori nessun cartello ed è sperduta nella campagna intorno ad Alghero.

Finalmente mi aprono il cancello, incontro il proprietario che mi fa vedere la camera. Mi fa presente che di solito la affittano per la settimana intera, ma visto che per ora non hanno ancora aperto la stagione ce la lasciano solo per questa sera

E' molto bella, appena ristrutturata, con un bel bagno e con aria condizionata funzionante. Appena fuori, sotto ad una veranda, c'è una piccola cucina con tavolo che si affaccia sulla piscina. In piscina un robot automatico sta pulendo il fondo.

Ci facciamo una doccia veloce e ritorniamo ad Alghero per cenare. Andiamo sul sicuro in un posto segnalatoci dal solito negoziante che in realtà non è un ristorante ma un bar / pizzeria che a questo'ora ci fa mangiare solo pizza al trancio. E' molto buona e ne mangio diversi tranci. Il tutto, annaffiato da diverse bottiglie grandi di birra, a poco più di 10 Euro per 2...

Facciamo 4 passi per la città che sembra quasi deserta alla ricerca di un locale. Alla fine ritorniamo in un pub vicino alla pizzeria, dove il barista, mentre sorseggiamo un paio di birre, ci fa presente che quest'anno c'è poco turismo e la vita notturna solo durante il fine settimana.

Alghero, 19 Luglio 2005

Dopo una frugale colazione a base di pecorino avanzato da giorno prima e latte lasciamo il B&B per andare verso il mitico Capo Caccia e le grotte di nettuno.

Parcheggiamo all'inizio della scalinata che dal capo scende verso le grotte e facciamo in percorso ammirando il maestoso panorama dele robuste onde che si infrangono contro la roccia generando ogni volta piccoli arcobaleni.

Alla fine della scalinata dobbiamo attendere quasi un'ora prima di riuscire ad entrare nelle grotte, accessibili soltanto con visita guidata. Anche qui il panorama è mozzafiato, ma dura poco perchè la parte visitabile è molto ridotta.

Usciamo dalle grotte e ci inerpichiamo velocemente sulle scale. Fa davvero caldissimo e l'unica protezione è rappresentata dai nostri cappelli di paglia. Facciamo una passeggiata su una strada militare molto panoramica che finisce in una caserma.

Proviamo anche ad entrare in un'altra grotta il cui accesso però purtroppo risulta bloccato da un cancello arrugginito. Un forte odore di guano permea l'aria. Un altro giro panoramico e ci andiamo ad accomodare in una piccola caletta, dalla quale vorremmo partire per fare snorkeling.

In realtà l'alqua sembra essere più fredda del previsto e siamo costretti ad uscire quasi subito.

Un ultima passegiata alla torre e ripartiamo verso la nostra nuova dimora, l'agriturismo Agave. Per stasera non potremo gustare i prodotti tipici sardi perchè è prevista l'agripizza: una sorta di giropizza dove si mangia fino a star male. Sinceramente avremmo preferito evitare pizza stasera.

Preso posseso della camera vado a fare una corsetta verso il monte che sovrasta la costruzione che è però inaccessibile perchè un grosso impianto di discarica recintato blocca l'accesso. Corro allora nei campi, assaporando l'aria della sardegna pastorale.

Alla cena ci troviamo in una grande tavolata dove ci servono un vino imbevibile che sostituiamo prontamente con fiumi di birra. Dopo molte pizze e molte birre andiamo a letto esausti.

Alghero, 20 Luglio 2005

Ci alziamo, facciamo colazione e siamo pronti per partire. Iniziamo a scendere sotto Alghero seguendo la strada costiera. Tira un vento fortissimo. Ci fermiamo in un punto panoramico a fare qualche foto ma il vento è così forte che fa quasi freddo. Seguiamo la strada fino alla prima località turistica che è Bosa. Anche qui il vento la fa da padrone. Alcuni kitesurf sfrecciano davanti alla spiaggia: approfitto per tirare fuori il mio aquilone che sembra imbizzarrito con questo vento.

Mi trascina per alcuni metri sulla sabbia, facendomi fare uno strano slalom. Temo per i passanti che stanno troppo vicino a questo bolide impazzito. Presto si fa sentire la fatica e sono costretto ad atterrare la vela per riposarmi.

Andiamo a pranzare in un ristorante / bar dove finalmente riesco a mangiare un piatto di Culurgiones. Prendiamo ancora un po di sole, un bagnetto e ripartiamo verso la penisola del Sinis. Sulla strada troviamo indicazione per alcuni campeggi: ci fermiamo a vedere la spiaggia di Is Arenas. Il sole sta quasi tramontando e decidiamo di fermarci al campeggio. Prendiamo posto in una bellissima piazzola defilata e, finita di montare la tenda, ci accorgiamo che nelle vicinanze c'è un rumorosissimo depuratore.

Ci mettiamo nuovamente alla ricerca di un altro posto e spostiamo la tenda già montata. Durante le operazioni di spostamento veniamo abbordati da un piccolo micetto molto curioso e giocherellone.

Facciamo un ultimo salto in spiaggia, una doccia e poi esausti dalla giornata ci ritroviamo soli nel ristorante del campeggio. Ceniamo all'aperto e fa quasi freddo: sono costretto a mettermi il maglione.

Is Arenas, 21 Luglio 2005

Ci alziamo, facciamo colazione al bar del campeggio e andiamo a visitare le spiaggie della zona. Prima tappa a Torre del Pozzo. Andiamo poi alla ricerca del suggestivo arco naturale di roccia S'Archittu. Ci facciamo incantare dalla bellezza del mare e dai bagnanti che si tuffano da ogni altezza. Inevitabile farsi venire la voglia di buttarsi dalla cima dell'arco: si tratta solo di vincere la paura. Ci metto quasi un quarto d'ora a decidermi ma non riesco a farmi passare la paura nemmeno dopo che mi sono buttato:il terrore mi paralizza e mi sento bloccato senza riuscire a muovermi. L'impatto con l'acqua è molto forte. Uscito dall'acqua sento un fastidio al collo che mi accompagnerà per qualche giorno. Mi chiederò se sia dovuto al tuffo, all'aquilone di ieri o all'aria che entra dal finestino dell'auto...

Ci spostiamo verso sud in direzione di Tharros. Ci troviamo a passeggiare su una bellissima spiaggia e ad ammirare Capo San Marco. Purtroppo è già tardi e non riusciamo a goderci la spiaggia. Rientrando verso il campeggio passiamo dal paesino di San Salvatore, dove scattiamo alcue foto in perfetto stile western. Una veloce visita al tramonto alle spiaggie di Is Arutas fatte di piccoli granuli di quarzo tondeggianti.

Rientriamo al campeggio che fa quasi buio: una doccia e poi ci troviamo nuovamente al nostro ristorante.

Is Arenas, 22 Luglio 2005

Ci svegliamo e smontiamo il nostro piccolo accampamento. Acquistiamo un paio di cose per la colazione e il pranzo al minimarket e andiamo alla ricerca di una cascata nell'interno. Passiamo Narbolia e ci perdiamo nel torrido entroterra. Ci fermiamo a mangiare le onnipresenti more. Di acqua non sembra esserci nemmeno l'ombra. Quando stiamo quasi per rinunciare riceviamo informazioni su dove si trova la cascata. ancora un paio di chilometri e raggiungiamo un parcheggio dove non c'è nessuna indicazione, se non una pietra miliare parzialmente cancellata.

Scendiamo da un ripido sentiero ed arriviamo finalmente alla cascata che avevamo visto su una rivista ma non segnalata dalla guida del touring. Nonostante il caldo e il periodo di siccità qui c'è acqua e un ambiante quasi tropicale. Provo a scendere seguendo il corso del fiume ma rimango amareggiato dalla quantità di rifiuti che lo infestano: scarpe, copertoni di camion e altri rottami rovinano un panorama altrimenti da favola.

Risaliamo il sentiero e ci dirigiamo verso il mare. Il cielo è coperto e sembra quasi che stia per piovere. Andiamo verso le spiaggie di Putzu Idu dove mangiamo due panini su un o scoglio. Nonostante il cielo sia coperto fa molto caldo e il clima è davvero afoso. Facciamo una passeggiata sulle spiaggie della zona e ripartiamo verso sud. Un tratto di coda in auto per attraversre Oristano e poi decidiamo di raggiungere l'agriturismo "Oasi del Cervo" che si trova sulla strada per Piscinas. Tra strade di montagna, città minerarie e sterrati sconnessi e polverosi arriviamo alle 21.00. Ci aspettano per la cena: abbiamo tempo solo per una velocissima doccia. Sediamo tutti a tavola insieme e iniziamo a mangiare. Il menu oggi è tutto a base di pesce. Due antipasti, due primi, innumerevoli secondi con pesci alla griglia che vengono serviti come se fossero sardine. Ancora due dolci e poi fa male la pancia da quanto abbiamo mangiato.

Ci trasciniamo a letto nella piccola stanzetta a fatica.

Is Gennas, 23 Luglio 2005

La mattina la colazione è a base di latte di capra e biscotti fatti in casa. Ci rimettiamo in marcia verso il mare. Sentiamo per radio la notizia di un attentato ad un villagio turistico a Sharm el Sheik.

Scendendo raggiungiamo per prima la spiaggia di Funtanazza, sulla quale incombe un pesante edificio abbandonato. Scopriremo poi che si tratta di un ex colonia estiva per i figli dei minatori.

Proseguiamo verso sud diretti alle spiaggie di Piscinas. Inizia lo sterrato , facciamo il primo guado e poco dopo si accende una spia sull'ABS. Mi fermo a vedere cosa è successo ma a prima vista non si vede nulla e l'auto frena. Una chiamata ad un amico che ha una concessionaria basta per tranquillizzarmi: il guasto potrebbe essere dovuto ad un sensore dell'ABS e posso farlo sistemare poi al nostro rientro.

Parcheggiamo vicino alla spiaggia di Piscinas ed iniziamo una lunga passeggiata sulla spiaggia in direzione sud, verso Scivu. Ci fermiamo all'hotel "le Dune" e chiediamo se hanno disponibilità di una stanza ma ci rispondono che sono completi fino al 1 agosto. E che la stanza costa 250 Euro.

Dopo una lunghissima passeggiata ci ristoriamo con un paio di gelati all'ombra del gazebo alla foce del rio Piscinas e ripartiamo alla ricerca di un albergo dove dormire.

Risaliamo la strada costiera fino a Porto Palma dove troviamo un bed and breakfast che ha posto per la notte. Lo gestisce una ragazza che sembra appena diplomata e ci fornisce numerose informazioni turistiche. Ci consiglia di cenare nel paese confinante, Torre dei Corsari. Prima di cena mi faccio una corsetta sul promontorio che separa Porto Palma da Torre dei Corsari. Noto strani movimenti di auto e persone. Ceniamo in un locale dove fanno anche musica dal vivo.

Porto Palma, 24 Luglio 2005

Ci alziamo con calma e gonfiamo la canoa nei pressi della casa dove abbiamo dormito. Facciamo rotta verso nord: vogliamo vedere le dune della spiaggia di Pistis. Sono davvero alte, quasi paragonabili alle dune di Pyla, le più alte d'Europa. Proviamo ad andare oltre ma la zona è militarizzata e numerosi cartelli invitano a non inoltrarsi.

Rientriamo verso sera in canoa e andiamo a cenare in un ottimo ristorante di pesce sulla sinistra appena dopo il ponte sullo stagno di Marceddi.

Porto Palma - Capo Pecora Portixedou, 25 Luglio 2005

Giornata di spostamenti: lasciamo Porto Palma muovendoci in direzione sud. Passiamo dalla cittadina mineraria di Montevecchio dove facciamo 2 passi. Ci rimettiamo un marcia verso Arbus, dove acuistiamo generi alimentari di conforto e poi seguiamo le numerose curve della strada che porta a capo Pecora. Parcheggiamo l'auto nei pressi di uno sterrato, dove sostano numerosi camper. Gonfiamo la Canoa facendo attenzione a non impastarci con il catrame che riempie gli scogli e iniziamo a remare verso nord. Raggiungiamo una splendida caletta dominata da roccie rosse tondeggianti. Impossibile non fermarsi a fare un bagno. Rmiamo per diversi chilometri fino a raggiungere una grande spiaggia. Pensiamo si tratti già di Piscinas, ma chiediamo informazioni e ci dicono che è la spiaggia di Scivu. Ormai si sta facendo tardi e dobbiamo rientrare: ci attendono diversi chilometri di navigazione.

Arriviamo all'auto che ormai il sole è quasi tramontato e ci dirigiamo verso un bed and breakfast nella zona. Il pardone ci accoglie e ci mostra la stanza che ha disponibilie: una stretta cucina e una camera da letto con un letto ad una piazza e mezza in una villetta . E' già tardi e andiamo a cenare a piedi in un ristorante accanto alla nostra casa. Un gattino si ferma a giocare con i nostri cellulari.

Cala Domestica - Pan di Zucchero

Altra giornata di canoa: facciamo sosta a buggerru per comprare cibo e proseguiamo in auto fino a Cala Domestica. Gonfiamo la canoa e ci dirigiamo verso sud. Ammiriamo le pareti rocciose che finiscono in mare ed esploriamo tute le grotte che troviamo. Troviamo a fatica un punto dove fermarci per pranzare in bilico sugli scogli e proseguiamo verso sud fino quasi al Pan di Zucchero. Siamo stanchi e dobbiamo rientrare. Rientrati a Cala Domestica approfitto della strada chiusa per farmi una corsetta.

Rientrati a casa mi rendo conto di aver perso il mio orologio: ricordo di non averlo chiuso bene e probabilmente l'ho smarrito nel tragitto dalla spiaggia alla macchina. Ritorno indietro per cercarlo seguendo le mie impronte sulla sabbia ma non riesco a trovarlo più. Non ci resta che cenare nel ristorante accanto a casa, dove hanno un olio buonissimo e il cameriere ci racconta delle sue avventure da militare alla base Usa alla Maddalena. Sostiene che i sardi siano i maggiori consumatori di birra in Europa.

Ci scoliamo quasi tutta la bottiglia di olio, davvero saporitissimo.

Portixedou - Scivu, 27 Luglio 2005

Decidiamo di passare la giornata alla spiaggia di Scivu e risaliamo con l'auto il passo che ci separa da questo paradiso. Sulla strada ci fermiamo in un piccolo chiosco dove troviamo verdura fresca e tipiche piadine. Arriviamo a destinazione: ci sono un paio di parcheggi a pagamento: lasciamo l'auto e facciamo quattro passi a piedi lungo la spiaggia. Sempre a piedi cerco di raggiungere la spiaggia di Piscinas che si rivela molto più lontana di quanto pensassi.

Rientriamo a casa e ceniamo sempre nel solito posto.

Portixedou - Costa Rei, 28 Luglio 2005

Carichiamo la renault e ripartiamo. Non abbiamo una meta precisa ma siamo stanchi di girare. Chiamiamo un paio di amici e decidiamo di cambiare vacanza. Andremo a Costa Rei e poi a Lotsorai. Lasciamo la zona del monte Linas e ci dirigiamo verso Cagliari. Ci lasciamo alle spalle la città e, seguendo il lungomare del poetto raggiungiamo Torre delle Stelle. Mangiamo qualcosa in spiaggia e ripartiamo alla volta di Costa Rei. Siamo ospiti in una bellissima villa con vista sul mare. Ceniamo in una pizzeria e poi discoteca. E' la prima volta che facciamo tardi e rientriamo a casa in nottata.

Costa Rei - Lotsorai, 29 Luglio 2005

Ci svegliamo rintontiti per il poco sonno e l'alcool del giorno prima e passiamo qualche ora in spiaggia. C'è anche tempo per aprire l'aquilone. Ci aspettano ancora diversi chilometri e ripartiamo quando il sole sta per tramontare. Raggiungiamo il campeggio dove Alberto ha un diving, montiamo la tenda e andiamo a mangiarci una pizza.

Lotsorai, 30 - 31 Luglio 2005

Facciamo un giro in canoa verso gli scogli dell'ogliastra, dove Alberto sostiene che abbiano girato il film "travolti da un insolito destino". Ci sarà anche tempo per fare un'immersione in queste splendide acque prima di ripartire per Olbia, il 31 luglio.

L'ultima tappa è alla spiaggia della Cinta, a San Teodoro, dove ammiriamo il sole tramontare insieme alla nostra vacanza. Non ci resta che salire sul traghetto e salutare questa splendida isola.

Genova - Milano, 1 Agosto 2005

Arriviamo in porto il giorno in cui tutti partono: è dura vedere tutti partire mentre noi abbiamo finito le vacanze, ma il lavoro chiama.


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