MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

29 Aprile 2007

Fanas

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Appuntamento alle 19.00 in atterraggio a Suello. Hanno aperto da poco il passo dello Spluga ed approfittiamo per fare un volo a Fanas, nel cantone dei Grigioni. Colazione a chiavenna dove ci aspetta Ermanno e ripartiamo seguendo i numerosi tornanti che portano al passo. Dopo qualche sosta per aspettarci e molti chilometri arriviamo nel paesino di Grush. Un pilota locale è appena atterrato e ci dice che adesso le condizioni sono troppo forti per poter fare un volo di cross. Ci spiega che qui si deve decollare entro le 9.30/10.00 altrimenti il vento di valle è troppo forte. Ieri ha fatto un volo di 80 chilometri. Lasciamo qualche auto in atterraggio e andiamo a prendere la funivia che ci porterà in decollo. E' una piccola cabinovia in grado di portare solo 7 persone per volta con le vele.
In decollo Roberto, Ermanno e Matteo sono già pronti. Hanno scelto un prato posizionato sopra l'arrivo della funivia: non è il decollo ufficiale, ma azzeccando il ciclo giusto di termica si riesce a decollare.

Mentre mi preparo loro decollano cercando di guadagnare quota. Quando decollo io loro sono già lontani. Mi rendo conto che il vento è davvero forte e le poche termiche che resistono a questo vento sono troppo scarrocciate e fanno di tutto per buttarmi fuori ogni volta che mi trovo con il vento alle spalle. Non conosco la zona e non c'è nessuno in volo che mi faccia da riferimento. Finalmente decolla una vela blu e viene a girare vicino a me. Facciamo quota insieme fino a che non si riesce più a salire. Io mi sposto verso la vetta della montagna che sovrasta il decollo, lui insiste nello stesso punto. Bene o male riusciam o a conquistare qualche metro, ma mi sembrano ancora insufficienti per spostarsi con un buon margine di sicurezza.

Vedo che però la vela blu parte decisa con il vento alle spalle verso il costone successivo ed io, pensando si trattasse di un pilota locale esperto, lo seguo senza indugio. Mentre ci avviciniamo perdiamo molta quota, siamo in sottovento, e vediamo che la morfologia della montagna non ci aiuterà a guadagnare quota sfruttando la dinamica del vento. Vedo altre due vele poco più in basso che stanno cercando forse di salire ma uno dei due atterra in un alpeggio. Lotto anche io per guadagnare quota mentre il mio compagno di viaggio prosegue senza timore verso una valle stretta dove il vento potrebbe fare strani scherzi. Purtroppo non trovo grandi ascendenze ed inizio a pensare che sarebbe opportuno trovare un atterraggio. Non posso tornare indietro perchè il vento è troppo forte e dovrò trovare un posto sicuro più avanti. Qui è tutto molto turbolento e avrò bisogno del maggior spazio possibile per atterrare.

Mi faccio trascinare dal vento seguendo la valle verso sud ovest, alla ricerca di ampi spazi. Sfrecciando a più di 50 kmh sorvolo alcuni paesini cercando di resistere alla turbolenza e ai tentativi di chiusure. Supero un'ultima strettoia e individuo un bel prato dove atterrare. Mentre sto cercando di smaltire la quota per atterrare trovo ascendenza e per un attimo mi viene in mente di girarla e tornare a salire, ma la ragione ha il sopravvento e non cedo a questa tentazione atterrando su questi verdi prati. Piego la vela, zaino in spalla ed inizio il lungo viaggio di rientro. Il Gps mi indica una ventina di chilometri di distanza dal parcheggio delle auto, troppi per farli a piedi. Un autobus mi porta a Klosters dove c'è una stazione del treno. Qui parlano solo tedesco e quasi nessuno l'inglese. Il treno che dovrebbe portarmi indietro passerà solo tra 45 minuti, così decido nel frattempo di provare a fare autostop.
Il sole è caldissimo, mi metto su questa stradina con il pollice fuori ma passano 40 minuti e nessuno fa nemmeno finta di caricarmi.
Salgo sul treno che arriv ain orario senza biglietto perchè alla biglietteria prendono sono franchi svizzeri.
Raggiungo il controllore che mi fa il biglietto per dieci euro circa per fare meno di venti chilometri.

Arrivo a Grusch e Alessandro mi viene a prendere: si sono tutti spostati in un prato all'obmra per fare pranzo all'aria aperta. Viste le condizioni alcuni piloti non sono nemmeno decollati dedicandosi fin da subito alle gioie di Bacco.

Iniziamo il lungo viaggio di rientro poco prima che arrivi un forte temporale che ci accompagnerà per tutto il viaggio fino a Lecco.


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