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Scialpinismo a Madonna di Campiglio

13 Febbraio 2016

groste

Dopo una serata trascorsa a decidere l'itinerario di scialpinismo migliore, tra una grappa e l'altra il gruppo è più confuso che mai. C'è chi vorrebbe canalini di neve fresca a 45 gradi, chi vorrebbe pedalare con le fat bike e chi vorrebbe fare due bracciate a nuoto al mare. Usciamo di casa con gli sci da alpinismo e scarponi per accorgerci che serve l'auto. Fortunatamente Filippo riesce a guidare con il pesante fardello ai piedi e ci avviamo verso Campo Carlo Magno dove chiediamo informazioni per il noleggio di fat bike elettriche e facciamo una seconda colazione.

Pelliamo gli sci ed iniziamo a muoverci goffamente sulle piste di fondo senza un'apparente meta precisa. Finalmente raggiungiamo una malga dalla quale parte una traccia di ciaspole. Risaliamo pigramente il pendio ed incrociamo un gruppo di sciatori che stanno scendendo. Ci dicono che c'è poca neve in alto e hanno rinunciato alla gita. Noi proseguiamo nella nostra incertezza fino alla fine delle loro traccie che si interrompono. Bruno vorrebbe continuare non si sa bene dove ma nessuno ha voglia di tracciare nella neve fresca profonda mezzo metro, quindi ripieghiamo indietro e risaliamo a destra seguendo le traccie dei alcuni ciaspolatori.

 

madonna di campiglio

Raggiungiamo un colle e scatta il dramma cappellino: il conghiale ha perso il suo copricapo e per alcuni attimi viviamo un dramma. Ritrovato il prezioso indumento proseguiamo seguendo una improbabile cresta e un meraviglioso vallone immacolato. In breve raggiungiamo il rifugio Graffer dove possiamo saziarci ed abbeverarci come mucche al pascolo, usufruando anche di uno sconto per scialpinisti.

 

Il nostro programma è chiaramente inattuabile: avremmo dovuto seguire una via di ghiaccio e roccia ma con questo vento sarebbe troppo pericoloso. Ci dirigiamo verso il col Flambeaux e raggiungiamo l'accesso per la discesa del Toula. Anche qui ci tocca un po di attesa perchè alcune guide stanno letteralmente calando i propri clienti con le corde.

Altra coda di 20 minuti circa alla fine della lunga scalinata: anche qui alcune guide calano i propri clienti con le corde lungo la scala.

Finalmente, superato l'ultimo blocco possiamo iniziare la nostra sciata. Sono le 10,30 e il sole cocente ha già ammorbidito la neve che risulta pesantissima. Sciamo seguando altre traccie e in 40 minuti circa siamo di nuovo al Pavillon. Prenotiamo un tavolo per pranzo e ripetiamo il giro, scettici per la pessima qualità della neve.

Anche al secondo giro ci toccano diverse code, compresa quella per la funivia, ma alle 13.10 siamo di nuovo al ristorante.

Un piatto veloce e l'ultima discesa verso Courmayeur.

 


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