MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

24 Maggio 2008

Passo dello Stelvio - Boscopiano - Laghi di Cancano

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Giornata uggiosa come da previsioni. Vorremmo approfittare della chiusura del Passo dello Stelvio per fare una comoda risalita in bici senza auto. Da Isolaccia seguiamo la trafficata statale fino al ponte sull'Adda, dove iniziamo a risalire i tornanti su sterrato nel parco dei Bagni Vecchi di Bormio. Risaliti ai Bagni proseguiamo imboccando la strada statale dello Stelvio ma con grande stupore ci accorgiamo che il passo è stato già aperto. Avevo controllato stamattina la webcam e avevo visto solo un pick up di servizio e tutto sembrava ancora chiuso. Siamo costretti a cambiare programma, non vogliamo fare tutta la salita con moto e auto che sfrecciano sulla strada. Saliamo comunque fino alla svolta per Boscopiano. Si attraversiamo il ponte sul torrente Braulio, scavalcando due vecchie reti utilizzate come cancello per evitare la fuga del bestiame. Saliamo su sterrata passando sulla sinistra della rinnovata Cascina Boscopiano e ci troviamo in mezzo ad un gregge di pecore. Lasciati i ripidi tornanti alle spalle scendiamo nuovamente prima di attraversare il ponte Solena in Val Forcola e risaliamo sempre su sterrato verso il Grasso di Solena. Raggiunti i laghi di Cancano proseguiamo sulla strada sterrata di servizio dell'AEM . Attraversiamo la Diga di San Giacomo in direzione Val Pettini, con l'idea di salire verso la malga di Trela e ridiscendere in Val Vezzola, verso la decauville. Purtroppo la strada è ancora ostruita dalla neve abbondante e siamo costretti a rinunciare.

Giriamo intorno al lago di San Giacomo, superiamo il passo di Fraele e imbocchiamo la sterrata in leggera discesa verso la Val Mora. Le prime goccie di pioggia ci suggeriscono di rinunciare e iniziamo il rientro. Seguiamo il lago di Cancano dulla destra, attraversando un paio di evidenti slavine. Alle torri di Fraele iniziamo a scendere dal sentiero pedonale immersi in una fitta nebbia. Riprendiamo la strada asfaltata seguendo alcuni tornanti fino a che riusciamo ad imboccare le ripide scorciatoie che presto ci portano, con i freni che fumano, in Valdientro.

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