MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

2 giugno 2007

Canoa Castelnovate - Vizzola Ticino - Tornavento - Turbigo - A4

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Gli equipaggi sono pronti. Dopo le prove generali della scorsa settimana adesso siamo attrezzati molto meglio: abbiamo 3 canoe gonfiabili ad alte prestazioni. Io ho rispolverato la mia fidata Zodiac jumbo tramper, il Pitone ha scrostato la muffa dalla sua robustissima e nuova Gumotex, Giobbe e Bruno si sono procurati una fiammante Sevylor Colorado, anche se sprovvista di pompa e pagaie. Raggiungiamo il Ticino dalla superstrada della Malpensa, passando dalla pista prova della Pirelli. Una strada interrotta ci obbliga a cercare un'alternativa creativa ma alla fine parcheggiamo a poche decine di metri dal fiume. Percorriamo questo metri (rigorosamente in verticale) con le canoe in spalla e procdiamo con le delicate operazioni di gonfiaggio. Il cielo è completamente coperto, ma, dopo ben 2 settimane di pioggie, ci godiamo l'assenza di precipitazioni.

Iniziamo la nostra discesa poco dopo mezzogiorno. Siamo in costume da bagno ma subito le prime goccie di pioggia ci suggeriscono di coprirci. La maglietta non è sufficiente anche perchè c'è una bella brezza da sud e attracchiamo per infilarci le mute da sub. Così bardati potremo sfidare tranquillamente le goccie di pioggia più grandi. Tra una timida rapida e l'altra ci riposiamo lasciandoci cullare dal perenne moto del acqua che scorre. Osserviamo la ricca vegetazione ma sopratutto l'abbondante fauna che abita questi magnifici posti. Non c'è alcuna traccia della presenza umana al di fuori del passaggio degli enormi Boeing che impostano l'atterraggio per Malpensa.

Intavoliamo una lunga discussione sul fatto che questi grossi aerei impostino il decollo e l'atterraggio in base alla direzione del vento, senza arrivare ad una soluzione.

Il tempo passa e sopraggiunge l'appetito: dobbiamo trovare un posto dove mangiare. Attracchiamo nei pressi di un ponte e raggiungiamo quello che sembra un bar ristorante, ma gli astanti ci fanno presente che è chiuso. Riprendiamo la navigazione ed approdiamo ad una specie di baracchino mezzo nascosto dove troviamo birre fresche, panini e fitture miste di pesce.

Schivando le lenze dei pescatori riprendiamo la nostra lunga discesa. Inseguo un cigno che si fa avvicinare e poi mi lascia facendo un decollo spettacolare. Lascia cadere una piuma che viene traportata via dal vento e dalla corrente.

Dopo tante rapide Giobbe e Bruno iniziano a disquisire sull'inutilità dei giubbotti salvagente che non stanno indossando. Il fiume improvvisamente fa una curva sulla sinistra. Io sono il primo della carovana e accelero cercando di evitare di farmi trascinare nel punto più turbolento all'esterno della curva, dove si sono anche grossi massi. Esco dalla rapida imbarcando un po di acqua. Mi giro per vedere come affrontano il passaggio gli altri. E' il turno del pitone che è un pò troppo esterno ma controlla bene e supera le onde agevolmente. Bruno sottovaluta il passaggio e lo affronta con la macchina fotografica (non impermeabile) in mano senza remare. Arrivano decisamente troppo esterni e in una frazione di secondo vedo la canoa che galleggia da sola e loro due sotto.
Hanno perso perte dei bagagli, le pagaie e le ciabatte. Bruno tiene saldamente la macchina fotografica digitale cercando di fotografare i fondali del fiume.

Riescono a risalire sulla canoa senza approdare e li aiutiamo a recuperare i pezzi che hanno perso. Poco dopo facciamo un'altra sosta per svuotare le canoe dall'acqua e verificare cosa è rimasto asciutto.

Riprendiamo la nostra discesa ed arriviamo in un punto in cui il fiume sembra sparire. C'è una rapida più consistente delle altre ma sembra percorribile. Giobbe e Bruno scendono a terra per fare una ricognizione ma vedo che con la testa fanno un cenno negativo. Io mi avvicino con la canoa al bordo e mi sempra percorribile. Senza esitazione mi infilo deciso nelle onde superando il passaggio. Ritorno indietro sfruttando la risacca e da terra svuoto la canoa. Adesso è il turno degli altri che uno ad uno percorrono con successo il passaggio tecnico. Sono ormai passate le 18 ed inizia a piovere sempre più forte. Vorremo proseguire all'infinito ma dobbiamo prima o poi rientrare.

Bruno dalla canoa chiama Elisabetta che gentilmente si offre per recuperarci e le diciamo di raggiungerci al ponte sul Ticino per Trecate. Adesso siamo sotto un diluvio fortissimo e comincia a far freddo. La nostra discesa viene interrotta dai un imponente sbarramento che hanno fatto in occasione dei lavori di ampliamento della A4. Attracchiamo e ci ripariamo dalla pioggia sotto il ponte dell'autostrada. Il Pitone fa una perlustrazione e vede che è possibile risalire il ponte e raggiungere l'autostrada. Diamo appunatamento ad Elisabetta nella piazzola di servizio dell'autostrada, pieghiamo le canoe e risaliamo il ponte.
Riusciamo a salire sulla sua Y in cinque con tre canoe e gli equipaggiamenti. Il riscaldamento dell'auto è davvero provvidenziale.

Impostiamo la rotta sul navigatore per recuperare l'auto che abbiamo abbandonato stamattina. Solo una doccia bollente a casa, ancora con la muta indosso, mi farà dimenticare il freddo dell'ultimo pezzo di fiume. Un boccone caldo e si esce nuovamente per una festa in una casa d'epoca in zona San Vittore che presto verrà demolita. Concludiamo la serata con un'altra festa in un capannone di via Rutilia ma la stanchezza della giornata si fa sentire suggerendo ci la ritirata.


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