MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

Parapendio ecofly
Cornizzolo - Rai - Magnodeno - Tesoro - Valcava - Barro - Civate

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9 Settembre 2006, Ore 12.00: Il cielo sopra il Resegone è coperto da una brutta perturbazione.Il Cornizzolo è al sole ma l'anemometro in quota indica vento da est. Visto che la giornata non sembra delle migliori e Dario è appena partito con una navetta stracarica lasciando a terra solo me decido di salire a piedi.

Il tempo nel frattempo è migliorato: il cielo è diventato blu e alcuni piloti sono decollati dal Cornizzolo. Non si vedono però cumuli di alcun tipo, indice di presenza di termiche, motore del volo a vela.

Alle 13.56 decollo dai campetti: sono subito strattonato verso l'alto e capisco che la giornata può essere buona. Sono decollato nel mezzo di una termica che sfutto subito, portandomi oltre i 1500 metri.

Vista l'aridità di termiche di questi ultimi giorni approfitto subito per spostarmi verso il monte Rai. Qui non trovo nulla ma vedo un parapendio che fa quota sui Corni di Canzo. Arrivo bassissimo e non aggancio. Mi trovo a raschiare gli alberi fino a riuscire nell'intento di risalire: un paio di termiche mi portano sopra i 1600 metri. Sono ancora indeciso sul programma di volo, visto che sul monte Barro non vedo nessuno e la quota non è sufficiente per poter attraversare in sicurezza il lago dalla parte delle Grigne.

Rientro verso il monte Rai dove finalmente faccio 1700 metri di quota, sufficienti per convincermi a valicare il primo confine del mio viaggio verso il monte Barro.Sorvolo la vetta e aggiancio subito una termichina che mi porta a 1400 metri. Non è molto ma decido comunque di provare ad attraversare il lago di Lecco. Perdo tantissima quota nella traversata e mi trovo ad annaspare a quasi 600 metri.

L'occhio continua a cercare un atterragio di emergenza e a sorvegliare i cavi dell'alta tensione che potrebbero diventare una trappola. La mia pazienza alla fine è premiata: quella che prima era una debole ascendenza sta diventando una robusta termica che mi accompagna a superare il monte Magnodeno, fino a 1600 metri. Procedo attraversando l'infida e stretta valle di Erve, facendo attenzione a non finire sotovento. Arrivato a tre quarti della traversata ricomincio a salire guadagnando altri 200 metri, che mi fanno superare facilmente la cresta.

Aggancio ancora per portarmi a 1500 metri prima di fare rotta verso il Pertus. Qui non trovo ascendenze di rilievo ma perdo poca quota, quindi proseguo dritto verso il monte Tesoro. Adesso sono basso ma aggancio nuovamente arrivando a 1700 metri.

Non vedendo nessun altro in volo mi stavo giusto chiedendo da un pò il motivo, vista l'ottima giornata: che nessuno lo abbia capito? O ci sono pericoli che non ho valutato? Il dubbio è fugato quando vedo in lontananza 2 vele che stanno seguendo la mia stessa rotta. Loro si trovano a qualche chilometro di distanza, ad occhio ancora tra il Magnodeno ed il Resegone. Mi dirigo tranquillamente verso i ripetitori di Valcava e da qui vedo che altri stanno decollando e volando a sud delle antenne.

Mi chiedo se sia opportuno proseguire o iniziare il rientro. Nel frattempo le vele che sembravano lontanissime mi hanno superato e stanno facendo quota. Una delle due prosegue oltre, l'altra (un ozone addict arancione) è piu bassa e sembra voler rientrare.

Io grazie ad una ascensore che mi ha riportato a 1650 metri inverto la rotta verso il Cornizzolo, ormai lontano. Sorvolo nuovamente le antenne a distanza ravvicinata e le case del paese. Con un pò di fatica riguadagno quota su Tesoro riportandomi a 1700 metri.

Salgo nella stessa termica con la vela arancione, non riuscendo ad individuare un volto noto nel pilota, che parte prima di me verso il Magnodeno. Mentre arranco facendo ancora 1700 metri sul Pertus vedo che inizia ad attraversare il lago, molto basso e cercando di passare il monte Barro da Nord. Mi chiedo se sia solo un'illusione ottica ma poi lo vero ritornare e andare a fare quota sotto il Resegone. Io nel frattempo ho raggiunto il Magnodeno e ho fatto 1800 metri: quota che mi permette tranquillamente di attraversare il lago verso il Barro, anche con il vento contrario e la mia vela lentissima. Mentre sto attraversando il lago vedo che l'Addict si sta dirigendo nella mia direzione, questa volta però a sud del Barro. Io sorvolo la vetta con poco meno di 1000 metri ed inizio a cercare una termica. Lui punta dritto verso l'atterraggio a Suello.

Io non mi fido con il vento contrario e tento disperatamente di fare quota. Alcuni escursionisti mi salutano. Sono le 17.00 passate e ormai il sole non regala più le termiche generose del primo pomeriggio. Faccio un disperato tentativo di dirigermi in atterraggio con soli 800 metri di quota ma il vento contrario mi fa perdere molto.

Decido comunque di non atterrare ai caravan dove sarei constretto a prendere un pullman per rientrare ma cerco di portarmi avanti il più possibile. Quando vedo che la quota ormai non mi consente più di avanzare cerco un'atterraggio. Individuo dapprima un cantiere a cavallo dei due laghi, per poi optare per un prato dalla parte opposta della strada, a Civate.

Da qui in una manciata di minuti riesco a raggiungere la mia auto, parcheggiata a Suello.


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