MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

23 Luglio 2006

Colle del Teodulo (3317mt) - Breithorn Occidentale (4165 mt)

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Sveglia alle 4.00 in punto: si fa per modo di dire perchè non ho chiuso occhio tutta la notte. E' dura dormire a 3200 metri senza essere acclimatati.

Alle 3.00 mi ero alzato e il cielo era coperto. Marco non si sente bene ed esce un attimo per una moviola sulla cena non digerita della sera.

Fuori è ancora buio e siamo costretti a fare colazione alla luce delle lampade frontali.

Poco prima delle 5 siamo il marcia: la neve è in condizioni migliori rispetto a ieri. Con il freddo si è compattata e non si sprofonda più. Una crosta di grandine e neve ha anche ricoperto le tracce del giorno prima. Ripenso alla tempesta della sera prima che ci ha costretto senza luce e acqua ma che ci ha regalato uno spettacolo meteo indimenticabile: uno spesso manto di nubi che risalivano le alpi da nord per poi rituffarsi giu verso Cervinia dissolvendosi lentamente. Scatto numerose foto perchè vedere dal vivo fenomeni di questo tipo non capita certo tutti i giorni.


In 40 minuti circa siamo al Plateau e aspettiamo i nostri compagni di cordata che abbiamo conosciuto ieri. Verso le 6.00 ci raggiungono e ripartiamo risalendo le piste da sci. Alle 7.35 scolliniamo e iniziamo ad essere abbracciati dal potente sole d'alta quota.Finalmente ho smesso di avere freddo: per una dimenticanza non ho portato il pile e ho addosso solo due magliette in microfibra, una in cotone e una giacca di Goretex. Il cielo è terso e possiamo ammirare il Cervino stagliarsi dietro a noi.
Sferzati da sporadiche raffiche di vento da nord proseguiamo per il lungo altipiano che precede la salita alla vetta del Breithorn incontrando quache crepaccio per ora fortunatamente.


Seguiamo la traccia che ci porta verso est sulla cresta. Marco è sensibilmente affaticato e stremato dalla quota. Alcuni alpinisti ci sorpassano dando segni di nervosismo. Marco però non cede: si fa forza e passo dopo passo riesce ad arrivare sulla strettissima cresta sulla quale non veniamo sorpassati da nessuno.

A nord si apre un panorama magnifico: si vede la lingua del ghiacciaio che ricorda, in piccolo , quelli Himalayani. Sotto di noi una parete di ghiaccio ripida e lunghissima . Una cordata torna indierto per paura delle vertigini. Pochi minuti dopo le 10 siamo in vetta e ci gustiamo il potente panorama. Sotto di noi centianaia di persone che si avvicinano lentamente e altrettante che hanno già intrapreso la via del rientro.

Anche per noi è ora di rientrare e iniziamo a scendere dalla via normale, meno affollata della cresta fatta in salita. Ad un certo punto ci troviamo tutti fremi in coda perchè più avanti c'è un grosso crepaccio aperto che alcuni faticano a passare. La neve adesso è molle e marcia e dovremmo accelerare il rientro. Alcuni alpinisti poco rispettosi sorpassano la coda, calpestando anche la nostra corda.

Il crepaccio è abbastanza largo e il ponte che usano tutti per attraversare sta ormai per cedere. Passiamo con cautela avendo però l'assicurazione di essere legati con una corda. Passato questo ostacolo incontriamo un vecchio tedesco che sale da solo senza alcun tipo di attrezzatura da montagna. Cerchiamo di spegargli che c'è un pericoloso crepaccio dove vuole salire lui ma purtroppo parla solo tedesco e non ha nemmeno l'aria di voler capire quello che gli diciamo.

Seguiamo la sua salita atterriti fino a quando lo vediamo passare il crepaccio senza tragiche conseguenze. Purtroppo sono lolti gli alpinisti che salgono in queste condizioni di assenza da sicurezza. Incontriamo anche una famiglia con figli in pantaloncini corti avventurarsi sul ghiacciaio.


La neve è ormai totalmente incoerente e si sprofonda ad ogni passo. Nonostante questo diverse cordate stanno ancora salendo. Alle 12.40 circa siamo di nuovo al Plateau dove approfittiamo per rifollarci con una polenta alla valdostana. Le mie speranze di un decollo con il parapendio da qui sfumano non appena vedo le bandiere rivolte decisamente verso sud.

Un tentativo di decollo con vento alle spalle lo faccio comunque. Mi tocca fare il biglietto per scendere, ma un gentile addetto agli impianti mi suggerisce di decollare da Plan Maison dove mi faccio comunque un voletto.

 


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