16 - 18 Agosto 2004
La
lunga notte dei cinghiali
E' la notte del 16 agosto, stiamo facendo un giro in canoa
in Liguria, partendo da Santa Margherita.
L'idea è di trovare una spiaggia per trascorrere
la notte, ma da Portofino non ci sono calette fino a San Fruttuoso, dove
sbarchiamo al tramonto. Andiamo a mangiare al ristorante sulla spiaggia,
poi facciamo una passeggiata in paese. Arriviamo al ponticello dietro
la chiesa e sentiamo un forte rumore provenire dal fiume. Mi avvicino
con circospezione e vedo un grosso cinghiale intento a mangiare qualcosa.
Scatto qualche foto fino a che il grosso animale non si allontana infastidito.
Proseguiamo la passeggiata e al ritorno non lo vediamo più ma lo
sentiamo muoversi nella boscaglia.
E' mezzanotte circa e andiamo a dormire in canoa, protetti per la pioggia
da un telone di plastica.
Mentre sto cercando di prendere sonno sento degli strani passi sulla ghiaia.
Sento anche delle voci, cerco di capire cosa dicano. Colgo solo delle
risate e un'esclamazione: "come è grosso". Penso che
potrebbe essere il cinghiale ma il tono era scherzoso quindi cerco di
dimenticare e di addormentarmi. Purtroppo il rumore dei passi non cessa
e per diversi minuti sono indeciso se alzarmi per vedere cos'è
che fa rumore. Sbircio dal telone ma non vedo nulla. Sposto ancora il
telo e finalmente vedo un cinghiale a 2 metri dalla canoa. Mi alzo di
scatto pronto a difendermi e l'animale si ferma a guardarmi.
Sono allibito per il suo comportamento: da un animale selvatico
mi aspetto innanzitutto che si spaventi alla vista dell'uomo. Tutti i
cinghiali che ho visto sino ad ora o scappavano o erano caduti nelle battute
di caccia.
Questo si dimostra impassibile e spavaldo, ma non mostra
nemmeno segni evidenti di aggressività. Rimango immobile cercando
di celare la paura. Janet scappa verso il ristorante e raggiunge i due
ragazzi che sentivo ridere. Stavano ridendo perchè erano al sicuro
ed osservavano l'animale dalla finestra!
Mi trovo da solo con l'animale che da segni di indifferenza,
quindi lentamente prendo la macchina fotografica e scatto qualche foto.
L'albergo dove stanno i ragazzi sembra deserto e non riusciamo a trovare
nessuno che ci possa dare una stanza. Nel frattempo mi sembra che il cinghiale
sia andato al molo. Provo a cercarlo, e mentre scendo le uniche scale
che scendono al molo penso che se si sentisse in trappola non esiterebbe
a caricarmi. Scavalco quindi la ringhiera e scendo lentamente appoggiandomi
ai gradini dall'esterno. Il cinghiale si accorge della mia presenza e
corre nella mia direzione. Tra me e lui c'è solo una balaustra
ma questo è sufficiente a confortarmi. Passa a pochi centimetri
e scappa via. Tiro un respiro di sollievo.
Ormai non sono più tranquillo a rimanere al'aperto:
scartata l'ipotesi dell'albergo che sembra quasi disabitato mi viene in
mente come alternativa di dormire in rada, con la canoa legata ad una
boa.
Il mare è molto calmo ma purtroppo non ci si sta in due sdraiati
con i bagagli.
Provo ad andare allora verso la chiesa. Sento nel bosco
diversi movimenti, sembra che ci siano tantissimi cinghiali. Purtroppo
la chiesa è in ristrutturazione e ci sono le impalcature all'ingresso.
Provo comunque ad entrare e fortunatamente la porta è aperta. La
chiesa è inagibile internamente per i lavori, quindi vado verso
la sacrestia. Da una porticina si accede alle scale che salgono verco
un appartamento. Un forte odore di chiuso e di vecchio mi colpisce, quindi
apro un paio di finestre. In casa non c'è nessuno: penso che potrebbe
essere l'abitazione del prete. In ogni caso mi sembra un rifugio sicuro,
quindi torno a recuperare Janet e le valigie.
Sentiamo un cinghiale sul molo che prende a testate un cancello,
forse il deposito dei rifiuti.
Rientriamo in casa ma non mi sento sicuro, penso alla reazione
di chi potrebbe trovarci a dormire li. Sicuramente penserebbe ai ladri.
Provo ad aprire il frigorifero per avere maggiori indizi. Vedo tre mele
vedi e un vasetto di marmellata quasi finita. La apro per vedere se c'è
muffa e deduco che non è stata aperta da almeno un paio di settimane.
Non mi sento comunque sicuro, quindi scendo le scale e trovo le chiavi
dell'ingresso principale. Apro la porta e raggiungo il giardino. Penso
che questa potrebbe essere un'ottima via d'uscita alternativa al cantiere
della chiesa, quindi apro il lucchetto che c'è sul cancello per
uscire, lasciandolo però chiuso. Decido che è meglio dormire
qui fuori all'aperto piuttosto che in casa di uno sconosciuto, quindi
portiamo tutto giù.
Penso alla canoa lasciata in spiaggia e mi immagino il cinghiale
che con un morso potrebbe bucarla rovinano così la nostra vacanza.
Torno nuovamente in spiaggia e sento il cinghiale che si sta ancora accanendo
contro il cancello. In pochi istanti sgonfio la canoa e la porto via.
Finalmente ci sdraiamo sul telo di plastica e sul sacco
a pelo nell'ingresso della casa, a ridosso di un muro che potrebbe essere
quello dell'abazia.
Sembra tutto tranquillo, sentiamo ancora rumori nella boscaglia ma adesso
siamo protetti da un cancello. In ogni caso non riesco a dormire e tengo
gli occhi aperti.
Alle 2.00 circa sento dei rumori che provengono dall'interno
della chiesa. Mi immagino che il cinghiale potrebbe essere entrato dalla
porta della chiesa e che potrebbe fare la stessa strada che ho fatto io.
Mi alzo istantaneamente, entro in casa, prendo le chiavi
e mi chiudo fuori. Dopo pochi minuti vediamo una luce che si accende:
probabilmente non era il cinghiale ma qualcuno che abita la casa. Si sente
che fa una doccia, prende qualcosa di steso fuori dalla finestra. Non
so se si sia accorto di noi, in ogni caso rimaniamo in silenzio.
Verso le 2.30 si spegne la luce e finalmente possiamo riposare
senza sforzarci ad immaginare la scena di dover spiegare perchè
ci troviamo li.
Alle 6.00 si vedono i primi raggi di luce: ci alziamo, raccogliamo
tutto ed usciamo cercando di non far rumore dal cancelletto.
Andiamo in spiaggia e vediamo un cinghiale che si allontana.
Adesso con la luce sono più tranquillo. Vista la nostra presenza
rassicurante compaiono in spiaggia alcuni gatti, che probabilmente sono
stati all'erta anche loro tutta la notte. Ci vengono vicino forse perchè
si sentono più sicuri. Alcuni si accomodano sui lettini della spiaggia.


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