MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

27 Maggio 2007

Golasecca
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Nonostante il nome della località, Golasecca si rivela più umida del previsto. Una tranquilla escursione tra i fiumi della Lombardia viene subuto penalizzata da un paio di buchi recenti formatisi sui nosti performanti battelli. L'acquisto di un un tubetto di gomma liquida e nastro americano potrebbero scongiurare il rischio di finire prematuramente in acqua ma in un baleno l'acqua inizia ad arrivare dal cielo.

Siamo costretti a rifugiarci nelle auto, mentre Giobbe gonfia i braccioli con una pompetta elettrica che finisce per scaricare completamente la batteria della sua Alfa 156. Quando la furia degli elementi si è placata arriva un arzillo anziano mettendoci in guardia sui pericoli del fiume che popolano la sua mente criminale.

Vaneggia di una cascata a 400 metri dove non sarebbe possibile il trasbordo. Io invece mi ricordo di una guida che segnala come trasbordabili tutti i salti del Ticino. Per scrupolo decidiamo di percorrere a piedi questi famigerati 400 metri che si rivelano essere 2 chilometri e mezzo per renderci conto che l'allarme lanciato dal pescatore non era da tenrere in considerazione.

Mentre rientriamo veniamo colti dai morsi della fame, spinti anche dalla necessità di far partire l'alfetta inanimata facciamo una scampagnate per i sentri commerciali di Sesto Calende. Sesto come il passeggero che si offre per salire dentro al bagagliaio della lussuosa Passat di Marco.

Mentre facciamo acquisti all'Esselunga ci viene in mente di fare una grigliata e dare un senso alla giornata. Acquistiamo fiorentine, spiedini, salsicce, birre, proscuitto e salame e chi più ne ha più ne metta.

Troviamo anche i cavi per far partire la auto ma veniamo arrestati all'uscita da un vero e proprio muro di pioggia. Non ci resta che accamparci e fare un picnic nell'atrio del centro commerciale, come veri e propri turisti stranieri. Rovesciamo per terra anche un po di birra, per rendere tutto più verace.

Le disavventure sembrerebbero finire fino quando colleghiamo i cavi per far partire il carro di Giobbe:l motorino di avvamento non vuole saperne di girare. Si vaneggia sulla possibilità di incrociare i cavi o altre cose strane ma quello che è evidente è che i cavi sono fatti più di plastica che di rame e per la legge di Ohm non riuscirai mai a far passare la corrente che serve in un cavo così piccolo. Sarebbe come cercare di far passare il ticino dalla tubo dell'acqua per irrigare il giardino.

Mentre stiamo pensando di chiamare il carro attrezzi ci viene in aiuto un energumeno che ha un paio di cavi adatti e il turbodiesel si mette in moto. Adesso non rimane che fronteggiare l'ultimo problema: il serbatioio senza gasolio. Marco nel frattempo fa una scappata a casa per cambiarsi i pantaloni. Mentre io e Bruno laviamo i battelli Giobbe va a fare il pieno. Non resistiamo dalla tentazione di buttarci nella furia dele rapide sotto la pioggia e ci improvvisiamo rafter per pochi minuti.

Finite le rapide ci dedichiamo alla grigliata e ad asciugare gli indumenti bagnati, per finire la giornata con una partita a calcetto (balilla).

 


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