MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

22 Febbraio 2008
PRECIPITA PARAPENDIO, MUOIONO DUE PERSONE IN TRENTINO

Bolzano, 14:41

E' da attribuirsi all'improvvisa chiusura del parapendio dovuta ad una folata di vento anomala, la causa della tragedia consumatasi questa mattina sulle montagna della Val di Fassa in Trentino nella quale hanno perso la vita due persone. Il parapendio tandem, composto da Fulvio Pacher, 37 anni di Canazei, guida alpina e fratello del campione mondiale di parapendio Jimmy, assieme ad un allievo, un turista residente in Danimarca di 51 anni, sono precipitati in un canalone circa 300 metri dopo il decollo avvenuto in localita' Colle dei Rossi a quota 2.380 metri nei pressi del passo Pordoi. L'allarme e' stato lanciato da un gruppo di appassionati che si trovava in zona, tra i quali c'era anche Jimmy, fratello della vittima che lascia moglie ed una bambina di due anni. L'incidente e' il primo che vede coinvolto un parapendio tipo tandem. Le salme sono state recuperate dall'Aiut Alpin Dolomites e ricomposte nella camera mortuaria di Canazei. Le indagini sono coordinate dal pm Pasquale Profiti.

Notizia tratta dal sito di Repubblica

Cade parapendio, due morti

La vela si scorgeva dall'alto. Avvolgeva due corpi precipitati per quasi cento metri. Una caduta che lascia difficilmente scampo e che non trova una spiegazione: a manovrare il parapendio «a tandem» c'era uno fra i maggiori esperti della val di Fassa, Fulvio Pacher, 37 anni

23/02/2008 08:59

La vela si scorgeva dall'alto. Avvolgeva due corpi, immobili, precipitati per quasi cento metri. Una caduta che lascia difficilmente scampo e che non trova una spiegazione: a manovrare il parapendio «a tandem» non un istruttore qualsiasi, bensì uno fra i maggiori esperti della val di Fassa, Fulvio Pacher, 37 anni, fratello del pluricampione del mondo e europeo della specialità, Jimmy. Il cielo era terso e la mattinata favorevole per il volo a vela. Forse una folata di vento anomala ha sorpreso alle spalle l'istruttore ed il suo cliente, un danese di 50 anni che proprio oggi sarebbe partito per tornare a casa. La caduta è stata fatale per entrambi. Erano le 10.30 di ieri mattina, quando è stato dato l'allarme: il parapendio condotto da Fulvio Pacher non era atterrato. Lo stava aspettando alla base il fratello Jimmy, che era già arrivato da un bel po' di minuti assieme al suo cliente. Preoccupato per il ritardo è salito in funivia verso la partenza, la località Col dei Rossi a quota 2380. Ha scorto la vela del fratello e ha dato l'allarme. Erano in corso alcuni voli, quel mattino. A chiedere di provare il «tandem» ai fratelli Pacher ed al loro amico Mario Prinoth erano stati alcuni amici provenienti dalla Danimarca: ieri era l'ultimo loro giorno di vacanza a Canazei e lo volevano ricordare con un'impresa mozzafiato. Per primo, dal Col dei Rossi, sul versante che guarda verso la Marmolada, si è lanciato Jimmy con il suo cliente. Volo perfetto, con un cielo terso e senza raffiche. Poi è toccato a Fulvio, l'istruttore più pignolo del gruppo. «Non si sarebbe mai lanciato se le condizioni non fossero state perfette», evidenziano tutte le persone che lo conoscevano. Ha agganciato il cliente; assieme si sono preparati per il lancio. Cosa possa essere accaduto nei secondi successivi non è chiaro. Non ci sono testimoni oculari dell'incidente e solo una perizia tecnica potrà stabilire quali siano state le cause del dramma. Per ora ci sono solo ipotesi. I soccorritori non escludono che sia stata una folata di vento anomala, giunta alle spalle, a sorprenderli in fase di decollo: avrebbero dunque perso quota, rimanendo arrotolati nel telo e precipitando nel canalone sottostante. I corpi sono stati trovati 300 metri più a valle, coperti dalla vela. Gli inquirenti parlano genericamente di «problematiche riscontrate alla partenza», che forse non avrebbero neppure permesso il decollo del parapendio: ci sono alcuni paletti ed un cavo divelti, nel punto di lancio, e potrebbero essere stati l'ultimo appiglio dei due sfortunati uomini, prima di cadere nel vuoto. Il parapendio è stato posto sotto sequestro per verificare se vi potesse essere stato un guasto tecnico. Per raggiungere il punto in cui era stata avvistata la vela è stato chiamato l'elicottero dell'Aiut Alpin, che ha portato in quota l'equipe sanitaria ed il soccorso alpino dell'Alta Fassa. Per Fulvio Pacher, che lascia la compagna Rebecca ed una bimba di due anni, non c'erano più speranze. Morto sul colpo anche il turista danese, Klaus Holtug, 50 anni, che si trovava a Canazei con un gruppo di sette amici per trascorrere la settimana bianca. «Non era un amante del pericolo - spiegava ieri l'accompagnatore del gruppo - Aveva trascorso la vacanza sciando. Le persone che arrivano qui dalla Danimarca vengono soprattutto per sciare. Ne abbiamo 120 in valle. Sono tutte arrivate sabato scorso e domani (oggi per chi legge, ndr) c'è la partenza. Sapevo che Klaus aveva fatto anche base jumping in passato, ma non amava il pericolo. Era la prima volta che volava con il parapendio». I corpi di Fulvio Pacher e di Klaus Holtug sono stati ricomposti nella camera mortuaria del nuovo cimitero di Canazei, in attesa del nulla osta alla sepoltura. Il pubblico ministero Pasquale Profiti ha aperto un'inchiesta.

Marica Viganò

notizia tratta da l'Adige.it:

 

Putroppo NON è il primo incidente mortale in biposto.

Ricordiamo la tragica notizia riportata da IL GAZZETTINO ONLINE del 29 ottobre 2005
Brescia
Due persone sono morte, alle 14 di ieri, in seguito alla caduta con un parapendio a Brescia. Sul luogo in cui è avvenuto l'incidente, nel cimitero di Sant'Eufemia, alla periferia della città, si sono recati i soccorritori del 118 e i Carabinieri. A perdere la vita dopo lo schianto nel campo attiguo al cimitero di Sant'Eufemia sono stati due bresciani, istruttore ed esaminando. Si tratta di Bruno Renato Pelizzari di 44 anni, impiegato residente a Villanuova sul Clisi e Roberto Berselli di 39 anni, odontotecnico di Ghedi. Entrambi erano sposati e avevano figli. I due uomini erano a bordo dello stesso parapendio. Improvvisamente il velivolo ha cominciato ad avvitarsi, durante l'esame per ottenere il brevetto di istruttore di biposto. A soccorrere per primi i due uomini sono stati i compagni del corso di parapendio che si trovavano a pochi metri di distanza, al termine dell'esame. Un infermiere, presente in quel momento, ha tentato di rianimare le due vittime ma non c'è stato nulla da fare. Sulle cause dell'incidente stanno indagando i carabinieri di Brescia. La disgrazia è avvenuta poco dopo la partenza del parapendio dal monte Maddalena, durante una manovra chiamata 'wingover', non prevista dal programma di esame per diventare istruttori di parapendio biposto, che richiede la capacità di decollo virata e atterraggio. I due bresciani erano associati al 'Volo Libero' di Brescia ed entrambi erano piloti da parapendio monoposto e avevano terminato da poco il corso di qualche mese alla scuola Brixia Flaing di Brescia.

 

Ricordiamo anche l'incidente nel quale ha perso la vita il passeggero di un parapendio biposto il 26 Marzo 2003 a Obereggen Latemar .

«Tandem» solo per scuola o sport L'esperto: in Italia si verificano più incidenti che all'estero

BOLZANO. Al di là dell'incidente di ieri, sul quale stanno indagando i carabinieri coordinati dal pm Paul Ranzi, il fenomeno dei voli col parapendio in tandem è da tempo al centro del dibattito nei club di volo. Sembra infatti che in Italia il volo in tandem sia possibile solo per attività didattica (per svolgere la quale serve un apposito brevetto) o per sport, ma non come servizio a pagamento.

Racconta un esperto di parapendio, in possesso del brevetto da maestro ma che preferisce restare anonimo: «All'estero è consentito il tandem per scopi commerciali, ma il brevetto è molto più difficile da ottenere di quanto non sia qui in Italia. Questo comporta il fatto che in Austria e in Germania gli incidenti siano molto meno frequenti che in Italia». Sembra inoltre che la presenza di voli in tandem a scopi commerciali, non solo in Alto Adige, spinga i padroni dei terreni a chiedere molti soldi per l'affitto del decollo e dell'atterraggio. La maggior parte degli appassionati di parapendio e deltaplano è iscritto alla Fivl, la federazione italiana per il volo libero. Nel suo sito (www.fivl.it) si trova l'elenco di tutti i maestri e le scuole abilitate, oltre ad altre informazioni di carattere generale e specialistico; secondo quanto riportato dal sito, inoltre, l'unica scuola di volo riconosciuta in Alto Adige sarebbe quella dell'Alta Badia.

Per quanto riguarda la sicurezza, il sito della Fivl riporta anche l'equipaggiamento standard di chi si dedica a questo sport: il casco, obbligatorio per legge, e il paracadute di soccorso, non imposto dalla legge ma fortemente consigliato da tutti gli esperti. La legge (nr. 106) che regola il volo libero impone poi che per imparare a usare il deltaplano o il parapendio sia obbligatorio frequentare una scuola. Anche la formazione degli istruttori è rigidamente regolamentata da norme.

 

Trento 19 Settembre 2005
Un morto e due feriti con parapendio
Un morto e due feriti: questo il bilancio della giornata di volo libero ieri in Trentino. Giorgio Zott, 32 anni, operaio di Pergine Valsugana, è morto in tarda serata all'ospedale di Trento per le ferite riportate precipitando con un parapendio biposto, pilotato dall' amico Michele Pintarelli, 28 anni, pure rimasto gravemente ferito.

Anche una giovane svizzera, Miriam Bourre, 27 anni, è rimasta ferita ieri cadendo con il suo parapendio poco dopo il lancio dal Col Rodella, in val di Fassa, dove erano in corso campionati di parapendio. Nella zona negli ultimi tre giorni si sono già verificati tre gravi incidenti con parapendio.

Ieri la giornata di sole ha richiamato moltissimi amanti di volo libero nei cieli del Trentino. Anche nella zona dove è accaduto l'incidente mortale, la Valle dei Mocheni, erano presenti molti parapendii e deltaplani. L'allarme è quindi scattato immediato quando Giorgio Zott e Michele Pintarelli, poche decine di metri dopo il lancio, sono precipitati al suolo, pare a causa di una
difettosa apertura dell' ala. Sul posto è giunto rapidamente l'elisoccorso che ha trasportato i due feriti all' ospedale di Trento. Giorgio Zott, sposato e con un figlio in tenera età, non è sopravvissuto alle gravi lesioni.

L'amico Michele Pintarelli, che non è nuovo a incidenti con il parapendio, pur avendo riportato gravi fratture non è in pericolo di vita. La procura di Trento ha aperto un'inchiesta per accertare le cause della morte di Giorgio Zott e le eventuali responsabilità penali.

altro incidente mortale in biposto:

LA STAMPA Del 5/8/2003 Sezione: Savona

L'INCIDENTE IN UMBRIA

Grave savonese dopo la caduta con il parapendio

SAVONA Una savonese di 49 anni, Bruna Olivieri, è da ieri ricoverata in gravi condizioni all'ospedale Silvestrini di Perugia, per le conseguenze di una caduta con il parapendio avvenuta nella zona di Castelluccio di Norcia in Valnerina, in Umbria. L'incidente è avvenuto poco dopo la partenza. Il parapendio, sul quale oltre alla donna si trovava anche un uomo originario di Padova, M.G., 50 anni, abilitato al volo biposto, all'improvviso ha perso quota ed è precipitato da un'altezza di circa venti metri. I soccorsi hanno mobilitato anche un elicottero con il quale i due feriti sono stati poi trasportati nell'ospedale di Perugia dove sono ora ricoverati in prognosi riservata. Secondo una prima ipotesi dei carabinieri il parapendio potrebbe essere caduto a causa di una corrente imprevista.

LA STAMPA Del 7/8/2003 Sezione: Novara

Cade col parapendio ossolano è grave

DOMODOSSOLA. Restano gravissime le condizioni di Gaetano Morazzi, l'ossolano precipitato l'altro ieri con il parapendio sul quale si trovava anche una donna di Savona che è invece deceduta. Morazzi, 59 anni, molto conosciuto in Ossola dove aveva lavorato per molto tempo agli uffici postali della stazione ferroviaria, è ancora ricoverato in coma vigile in rianimazione all'ospedale «Silvestrini» di Perugia. Martedì, dopo l'incidente, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico alla vena aorta. Le sue condizioni restano gravissime. Da Masera, dove abita, è partito alla volta di Perugia il figlio Giorgio. Morazzi, noto appassionto di volo, e la sua compagna di volo, che si trovavano su un parapendio biposto, sono precipitati da una altezza di venti metri. Morazzi aveva già avuto un grave incidente in biposto un paio di anni fa. Attualmente stava partecipando al corso istruttori. Nella nostra zona era noto per volare spesso in compagnia del suo cane.

 

Principali cause di incidente in Parapendio

Volare in parapendo è pericoloso


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