MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

13 Ottobre 2008

Alpe del Vicerè - Gole di Caino

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Calda domenica autunnale: abbiamo in programma la ferrata al monte due mani. Putrtoppo, complice il caldo e forse anche la macchina del calcio che non si muove questo week end, sono tutti in giro per la gita domenicale. La statale per Lecco è tutta in coda e la situazione peggiora avicinandosi al lago. Decidiamo un cambio di programma: per evitare la coda potremmo salire sui corni di Canzo. Anche qui, arrivati al lago del Segrino, troviamo un traffico impossible. Rinunciamo anche a questa meta e ci allontaniamo sconsolati dalle code. Parcheggiamo l'auto a Crevena d'Erba e saliamo seguendo alcuni cartelli. Massimo ha già fame e inizia a mangiare castagne crude. Siamo nella valle attraversata dal torrente Bova. Risaliamo il fiume fino a raggiungere una passerella che porta ad una presa d'acqua. Da qui il sentero sembra finire ma noi vogliamo comunque risalire le profonde gole di Caino. Proseguiamo in mezzo all'acqua cercando di non bagnarci all'interno delle gole. Una fredda corrente d'aria umida ci costringe a rimettere i nostri pile. Purtroppo l'acqua si fa sepre più profonda e siamo costretti a togliere calze e scarpe per proseguire.

I piedi si abituano al freddo pungente e proseguiamo ancora verso le sorgenti. Arriviamo però in un punto dove l'acqua è davvero troppo profonda. Una pozza l'acqua è più profonda di due metri blocca il disperato tentativo di risalire le acque senza pantaloni.

Rientriamo sul sentiero ed affrontiamo la Scala di Legno che risale le gole con un passaggio molto aereo. Da qui si vede la Scala di Ferro che risale le gole sul versante opposto. In breve raggiungiamo l'alpe del Vicerè, affollata e piena di auto che hanno raggiunto il posto per mangiare nella trattoria Cacciatori che è completa e ha finito tutte le provviste. Ci dobbiamo accontentare di panini e caldarroste al cartoccio nella sagra del gruppo Bolletone.

 

 

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