MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

 

 

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E' una giornata di bel tempo, non troppo calda e con un po di foschia. Vado a Suello con la mezza idea di andare ad arrampicare più che di volare. Ho già volato ieri e con condizioni scarse: il volo non mi ha entsiasmato.

Arriva Enzo in atterraggio e dice che non ha portato l'attrezzatura per arrampicare perchè ha mal di schiena. Partiamo quindi con la navetta per andare in decollo.

Sembra una buona giornata, anche se non si vedono molti piloti salire. Decollo verso le 13.50 e dopo pochi metri inizio a salire con un'ottima termica che mi fa salire a più di 3 metri al secondo. Quando sono a circa 1500 metri inizio ad aver freddo, quindi mollo i comandi per mettermi un secondo paio di guanti. Pochi secondi bastano per perdere la termica e non riuscire più a trovarla.


Mi sposto verso il decollo "centrale" e vedo la manica a vento che dapprima è immobile, poi segna un debole vento da nord. Poco dopo si gira verso sud.

Finalmente aggancio un'altra termica che mi porta quasi a 2000 metri. Decido di andare verdo il Rai, ma purtroppo non ci sono altri ascensoti. Ho una mezza idea di andare verso la Grigna, ma visto che la giornata sembra avara, punto verso il monte Barro. Arrivo all'altezza del sanatorio, provo a girare un paio di deboli ascendenze e poi decido di tentare di risalire in dinamica. Arrivo in prossimità della cresta ed inizio la disperata ricerca della termica. Mi trovo in prossimità della vetta e trovo come sempre molta turbolenza.

Finalmente aggancio salendo con un timido +1 fino a circa 1500 metri, quando decido di attraversare verso il Magnodeno. Nell'attraversamento del lago di Lecco perdo circa 600 metri ed arrivo appena sotto la cresta.
Anche qui risalgo in dinamica fino a che trovo una termichina che mi porta sopra il Magnodeno. Sorvolo la valle di Erve e seguo la cresta che dal Resegone porta al Pertus.

Anche qui volo in dinamica ma vedo due piloti altissimi sopra di me.

La Valcava è ormai a due passi, ormai mi sembra di essere già arrivato. Seguo tutta la cresta quasi in linea retta, sostenuto a tratti dalla dinamica del vento. Raggiungo il monte tesoro e vedo la bandiera che sventola tesa per il forte vento.

In pochi istanti da qui raggiungo il decollo di Valcava e i ripetitori ma in volo non vedo nessuno. Seduti accanto al tappeto verde in decollo ci sono alcuni piloti che probabilmente attendono che il vento diminuisca.

Sono le 15.30 e finalmente sono giunto alla meta.

Adesso mi tocca la parte più difficile: il rientro. Mi rendo conto che sarà difficile a causa del vento che avrò contro per una buona parte del percorso.

Ripercorro la stessa strada che ho fatto all'andata ma non c'è verso di trovare una qualsiasi termica.

Sono molto basso ma riesco a "galleggiare" con la dinamica. Provo ad attraversare l'alta e stretta valle sopra Erva, ma arrivato sul costone che porta al Magnodeno mi rendo conto di essere sottovento. Mi riporto verso il centro della valle alla ricerca disperata di una termica.

Mi rendo conto che la situazione sta degenerando: la valle è strettissima e non ci sono vie di fuga. La pendenza non è sufficiente per uscirne e il vento si incanala acquistando velocità, impedendomi di avanzare. Mi sento come un topo in gabbia e cerco di capire se il piccolo alpeggio sotto di me consenta un atterraggio di fortuna. E' l'unico spazio senza alberi, ma è in pendenza e ci sono diversi ostacoli: cancelli, mucche al pascolo, alberi e arbusti. Per un attimo lotto per risalire: guadagno un pò di metri sopra l'alpeggio sfruttando la dinamica del vento che arriva da fondovalle, ma appena il pendio si fa più dolce non si riesce più a salire. Provo ad appoggiarmi ad un altro costone ma anche qui è impossibile salire.

Ormai ho perso troppa quota e devo tentare un atterraggio di emergenza. Provo ad entrare nell'alpeggio controvento ma sono troppo veloce e una bolla mi fa alzare. Proseguo qualche metro passando tra due alberi e finalmente stallo. La vela si appoggia dolcemente al pendio erboso e scivola giù.

L'incubo sembra essere finito: sono atterrato sano e salvo. Adesso non mi resta che ripiegare la vela e trovare il modo per percorrere i 19 chilometri che mi separano dalla mia automobile. Sono appena le 16.10 e ho tutto il tempo per rientrare.

Inaspettatamente le mucche che stavano pascolando si mettono a correre verso di me: cosa vorranno? Faccio subito il fiocco e scendo verso l'uscita facendo lo slalom tra le boasse. Le mucche che mi inseguono mi inquietano abbastanza...

Finalmente scavalco il recinto elettrificato lasciandomi alle spalle i minacciosi bovini. La prossima volta che mangierò una tagliata lo farò con più gusto!

Ripiego la vela ed inizio a percorrere il sentiero che porta in paese. Cerco qualcuno che possa darmi un passaggio o un autobus, ma qui non c'è l'ombra di mezzi pubblici e tutti sembrano timorosi di caricare un autostoppisa con uno zaino enorme.

Si ferma solo una fiesta con 4 ragazzi ma purtroppo non ci stiamo. Arrivo fino al cartello di Caloziocorte prima di essere caricato da una coppia di escursionisti molto gentili, che mi accompagnano in stazione. Il treno arriva subito e in pochi minuti sono a Lecco. Da qui prendo un altro autobus che mi lascia all'ingresso del paese di Suello. Raggiungo l'atterraggio alle 18.30: c'è voluto molto più tempo con i mezzi pubblici che in volo...

Nel frattempo vedo Massimo che rientra con due aspiranti allievi: è arrivato al Giumello decollano dal Cornizzolo.

 

 

 

 

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