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Civate: una.. .montagna di gente sul monte Cornizzolo

Centinaia di persone hanno raggiunto, nella giornata di domenica 5 giugno, le vette del monte Cornizzolo in occasione del “Cornizzolo Day”, una rassegna promossa dalle associazioni ambientaliste del territorio lecchese, in collaborazione con le Amministrazioni comunali dei comuni di Suello, Civate, Valmadrera, Cesana, Eupilio, Pusiano e Canzo. La prima edizione del raduno si svolse nel 2001, quando migliaia di persone si riunirono sulle cime del monte per opporsi al progetto dell’ex cementeria di Merone, oggi Holcim, che prevedeva l’apertura di una cava adibita ad attività di scavo, sul versante montuoso di “San Pietro”. Il clamore della protesta indusse i dirigenti dell’ex cementeria ad accantonare, almeno momentaneamente, il progetto. Il “piano cave” della Provincia di Lecco, attualmente prevede il monte Cornizzolo fra le possibili aree idonee ad ospitare nuovi fronti cava per attività industriali. Benché tale possibilità sia al momento remota, le associazioni ambientaliste del territorio, fra le quali il “Cai”, hanno ritenuto opportuno riproporre l’evento del “Cornizzolo day” dopo quattro anni, per non far cadere il silenzio su una questione delicata, in quanto coinvolge vari enti istituzionali, e sulla quale l’opinione pubblica ha più volte mostrato la propria indignazione. A detta degli ambientalisti il progetto della "Holcim", qualora divenisse attuativo, muterebbe radicalmente la morfologia del territorio montuoso sovrastante la città di Lecco. Come precedentemente ricordato, la questione vede l’interesse di vari enti istituzionali, che ad ogni modo non hanno fatto mancare la propria solidarietà agli organizzatori del “Cornizzolo day”. Regione Lombardia, Provincia di Como, Comunità montane del Triangolo Lariano e del Lario Orientale, i Parchi del Segrino, di San Pietro al Monte e San Tommaso, il Coni e la Federazione ciclistica italiana, hanno aderito in modo convinto all’iniziativa, oggi come quattro anni fa. Fra questi vi è anche la Provincia di Lecco che, ironia della sorte, solidarizza con gli organizzatori ambientalisti nonostante il proprio “piano cave”, custodito a Villa Locatelli, preveda la possibile apertura di una cava sul monte Cornizzolo.
L’edizione 2005 del “Cornizzolo day”, oltre a voler ribadire il no degli ambientalisti rivolto a progetto della “Holcim”, ha voluto altresì esprimere un riavvicinamento della comunità lecchese al Cornizzolo, definito da più parti come “la montagna di Lecco”. La giornata ha visto l’impegno dei partecipanti in attività didattico-sportive, all’insegna del rispetto della natura. Decine di persone hanno raggiunto il punto di raccordo previsto dagli organizzatori, in Mountain bike, mentre per i più coraggiosi, nel pomeriggio si è avuta la possibilità di cimentarsi con il parapendio.
“ La nostra iniziativa è tesa a valorizzare il monte Cornizzolo, ha commentato il primo cittadino di Suello, nonchè organizzatore dell`evento, Giueppe Mauri, inoltre, grazie al coinvolgimento di vari enti, fra cui la Provincia di Como ed il Parco del Segrino, potremo dare vita ad un Ecomuseo del distretto, dei monti e dei laghi della Brianza. Anche la Provincia di Lecco ha manifestato la propria solidarietà all’iniziativa, finanziando l’opera con 50mila euro”. “E’ evidente, continua il sindaco Mauri, come la realizzazione del museo abbia una valenza puramente simbolica, in quanto il nostro primo obiettivo rimane certamente quello di eliminare il Cornizzolo dal “piano cave” della Provincia”. Il sindaco Mauri spera dunque di riuscire a vincere un’altra battaglia contro la “Holcim”, un’impresa che gli è già riuscita recentemente, quando la multinazionale statunitense riconobbe, dopo una querelle burocratica e legale durata oltre tre anni, il proprio obbligo nel provvedere al recupero della valle "Cepelline" a Suello, area nella quale la “Holcim” conserva tuttora il diritto ad effettuare attività di scavo. “Al momento, conclude Mauri, la valle presente a Suello consente alla Holcim di non guardare con troppo interesse al Cornizzolo. Per evitare che il monte lecchese diventi nel futuro un’area ad uso della "Holcim", le istituzioni sono chiamate a compiere uno sforzo comune, rivolto alla tutela di uno dei monti più belli della Brianza”.


Antonio Brunetti


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